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Il divorzio: quando è giusto dividersi

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La legge sul divorzio in Italia ha solo 52 anni, prima di allora non era possibile lo scioglimento legale del matrimonio.  Questo la dice lunga sull’importanza del legame del matrimonio nel nostro Bel Paese. In tutte le società antiche, infatti, il divorzio, seppur se non come lo conosciamo noi, esisteva. Tra l’Ottocento ed il Novecento tutti i governi, hanno reintrodotto delle leggi per consentire alle persone di divorziare, ma gran parte  della popolazione non era d’accordo poiché temeva un abuso, temeva che con l’introduzione del divorzio i valori della famiglia andassero persi.

Senso di vergogna, senso di irresponsabilità, timore per i figli, paura di deludere i propri cari, timore di essere etichettati sono i motivi per i quali, ancora oggi, si tende a non divorziare ed a restare ancorati ad una relazione che non funziona.

Quando è il momento di divorziare

La ricercatrice statunitense Dorothy Tenno ha eseguito uno studio sulla durata dell’innamoramento riuscendo a dargli una data di scadenza:  due anni. Dopo una prima fase in cui tutto pare essere perfetto, improvvisamente ci si risveglia e ci si rende conto che l’illusione è finita.  Al di là di questi canonici due anni, l’esperienza comune ci insegna che prima o poi cose che prima nemmeno notavamo del partner diventeranno difetti talvolta insopportabili.

Secondo i neurologi, la tempesta ormonale che porta all’innamoramento ha una durata che varia dai diciotto mesi ai quattro  anni, finché il nostro cervello non ne può più e prende le sue contromisure, inizia  cioè ad assuefarsi alle sostanze che il cervello produce durante la fase di innamoramento.

Il motivo è chiaro: non si può essere fatti di amore per sempre e, se ci pensiamo, è meglio così.  Infatti, l’innamoramento nelle sue prime fasi è così potente che spinge le persone a trascurare molti aspetti della vita che sono altrettanto importanti,  come il lavoro, lo studio, le amicizie. Durante la fase acuta dell’innamoramento si tende a perdere la parte razionale, a fare scelte talvolta azzardate.

Dopo la fase dell’innamoramento inizia in alcuni casi quella dell’amore vero e proprio, inteso come un sentimento più equilibrato, maturo e  razionale. Si tratta di un passaggio che non è automatico e che spesso passa attraverso un momento di  crisi. A volte l’innamoramento può trasformarsi in amore, anche eterno. Altre volte no.

Quando l’innamoramento si tramuta in amore, in stima reciproca ed in un sentimento sano, il matrimonio o la convivenza sono spesso i passi successivi. Ma ciò non toglie che i sentimenti possano cambiare.
E spesso restare insieme nonostante non si provi più ciò che si provava prima non è la cosa più giusta da fare. Non esistono rivelazioni istantanee, e  le decisioni più importanti vengono maturate in un certo tempo, durante il quale possono succedere svariate cose, comprese relazioni extraconiugali.

Ci sono casi in cui i motivi  per cui si decide di rompere con il proprio coniuge sembrano quasi banali, ma si tratta per lo più delle classiche gocce che fanno traboccare un vaso ormai colmo.
Le ragioni superficiali, le gocce che fanno traboccare i vasi, possono essere di  tanti tipi, anche curiosi. Basti pensare che in Egitto, di recente, una giovane moglie ha chiesto il divorzio dal marito  allegando la seguente motivazione: “non mi segue su Facebook e non mette  i like ai miei post”.

Ora, senza arrivare a questi estremi, è bene capire quando il nostro matrimonio è insalvabile. Quando non ci rende più felici è bene ed è giusto provare a salvarlo ma non si deve entrare nella dinamica dell’accanimento terapeutico: nel momento in cui non c’è più nulla da fare occorre pensare a salvare la propria felicità e si deve trovare il coraggio di staccare quella spina che tiene in piedi qualcosa che, in realtà, non è più vivo.

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