Si tratta di un fenomeno nato con l’avvento dei social media quindi con Facebook, Instagram, Twitter e Snapchat, preziosi strumenti che ci consentono di essere sempre in contatto con amici, colleghi e famigliari, di condividere con chi si vuole la nostra quotidianità o i nostri momenti importanti. E che ci permettono, perché no?, di conoscere nuove persone. Talvolta anche l’amore della nostra vita, la persona che da tanto tempo aspettavamo, quella che magari addirittura supera le nostre aspettative.
Gestire i social media non è sempre facile, siamo magari convinti di poterlo fare per poi renderci conto, quando è troppo tardi, che in realtà abbiamo fatto qualche errore.
La maggior parte di noi aggiunge chiunque sui social media chiunque ne faccia richiesta senza prendersi la briga di controllare chi sia. Lo facciamo per fretta, perché non pensiamo ci sia nulla di male ad aggiungere uno sconosciuto, o perché vediamo che abbiamo comunque un paio di amici in comune. Fatto sta che alcune delle persone che aggiungiamo alla nostra lista dei contatti potrebbe non essere chi dice di essere. Ossia che possa fingere la propria identità. E qui entra in gioco il Catfish
Cos’è il Catfish
83 milioni di account Facebook sono falsi. Il 97% degli account falsi dichiara di essere una donna.
Quando si parla di Catfish si parla di una vera e propria truffa che consiste nella falsa identità di una persona creata su un social network. Le origini del nome catfishing è da ricercare nel film documentario Catfish del 2010 (Waring 2018),che ha portato l’attenzione del mondo su questo fenomeno molto diffuso.Uno dei primi e più noti casi di catfishing è stato quello della tredicenne Megan Meir conclusosi con il suo suicido nell’ottobre del 2016.
Ma quale è lo scopo di chi pratica Catfish? Ossia cosa porta una persona a falsificare la propria identità sui social? Le motivazioni sono diverse, tutte accomunate dall’intento di compiere comunque un reato, che può essere più o meno grave. Dalla richiesta di denaro, alla richiesta di foto spinte, alla richiesta di incontro dal vero (ovviamente con pessime intenzioni).
Chi pratica Catfish lo fa generalmente in modo molto astuto: attira l’attenzione della persona, entra in confidenza, la confidenza si tramuta in intimità e infine diventa una relazione a distanza fatta di messaggi d’amore, di un intenso desiderio di avere un incontro da vivo. Incontro che, chissà perché è quasi sempre ostacolato da problemi economici che l’invio di denaro potrebbe risolvere. Questo è uno degli scenari ma non è l’unico.
Diffusione del Catfish
Il Catfish non ha sesso né età, ossia può coinvolgere tutti, tuttavia le adolescenti hanno maggiori probabilità di essere oggetto di catfishing rispetto a chiunque altro, in primis perché le adolescenti tendono a mentire sulla loro età, sono meno prudenti e tendono a confidarsi con estranei anche relativamente a fatti che riguardano la propria famiglia. Le adolescenti hanno anche maggiori probabilità di essere rapite, violentate o addirittura costrette al traffico sessuale. Secondo lo studio sui diversi comportamenti in Internet degli adolescenti condotto dalla dottoressa Jenne Noll dell’ospedale pediatrico di Cincinnati, è stato riscontrato che il 30% delle ragazze adolescenti ha incontrato uno sconosciuto dopo averlo conosciuto on line.
Nel corso degli anni il catfishing è in costante crescita, lo vediamo anche dalle terribili notizie che ci arrivano dai giornali, e continuerà ad aumentare finché le persone non diventeranno più consapevoli del problema.
È bene controllare a fondo il profilo di una persona sui social media, prima di accettarne l amicizia. È opportuno diffidare da corteggiamenti troppo insistenti da sconosciuti. Se si hanno dei dubbi si può chiedere una videochiamata che potrà scioglierne almeno una parte.
Non vanno mai date informazioni personali a qualcuno che si conosce. Anche se ci si sente lusingati dai complimenti di uno o di una sconosciuto è bene mantenere i piedi per terra e mettere in contro che potrebbe trattarsi di un profilo falso. Farsi aiutare e chiedere consiglio a qualcuno di fidato è sempre il primo passo da fare: chi è fuori dalla vicenda ha l’obbiettività necessaria che spesso viene persa da chi è invece coinvolto.