Alla fine dipende tutto da lei: l’autostima. Da lei dipende il nostro umore, da lei dipendono le nostre scelte, da lei dipendono le nostre giornate, da lei dipendono i nostri giudizi, da lei dipende la qualità della nostra vita.
Tutti più o meno sappiamo cos’è l’autostima, si tratta in fondo di una parola largamente sdoganata e spesso abusata. “ha troppa autostima” ad esempio viene spesso impropriamente riferito a chi forse è un gradasso pieno di sé.
In realtà la definizione della parola autostima è questa “Considerazione che un individuo ha di sé stesso. L’autovalutazione che è alla base dell’autostima può manifestarsi come sopravvalutazione o come sottovalutazione a seconda della considerazione che ciascuno può avere di sé, rispetto agli altri o alla situazione in cui si trova. Di norma l’autostima viene meno negli stati di depressione, mentre si rafforza negli stati maniacali”
Analizzando la definizione che Treccani da di autostima vediamo che si tratta di un processo altamente soggettivo che porta la persona alla valutazione di sé stesso tramite delle auto-percezioni
Ma come si forma l’autostima?
L’ autostima si sviluppa attraverso diversi fattori: dal know how di ognuno di noi, dall’influenza esterna ossia dall’opinione di noi che ci inculcano gli altri (soprattutto i famigliari), dall’approvazione da parte di terzi che possono essere colleghi, amici etc.
Essendo qualcosa di soggettivo l’autostima è suscettibile di modifiche così come si modificano le situazioni, gli umori, gli stati d’animo. Ciò significa che le persone influenzano continuamente il loro senso di autostima e a loro volta sono influenzate dal senso di autostima.
Ci sono tanti studi sull’autostima, uno condotto da William James (1842/1910) basa tutto sul rapporto tra sé percepito e sé ideale: è questa secondo lo studioso la definizione di autostima. Nel momento in cui il sé percepito non riesce a raggiungere il livello del sé ideale l’autostima si abbassa.
Una sorta di rapporto tra rapporto tra successo e aspettative: maggiore è la differenza tra i due aspetti, più bassa è l’autostima.
Difficile dunque dare una ricetta comune per tutti per aumentare la propria autostima.
L’importanza dell’autostima
L’autostima svolge un ruolo importantissimo nelle nostre vite: le condiziona inevitabilmente fungendo da vera e propria lente capace di ingigantire o sminuire le nostre capacità.
Inevitabilmente chi ha poca stima di sé è insicuro e spesso non agisce per timore di non riuscire oppure commette errori per insicurezza. Ad ogni insuccesso si attribuisce la colpa, ogni successo viene sminuito.
La bassa stima di sé spesso viene percepita anche dagli altri ma non come modestia quanto piuttosto come forte insicurezza, provocando dunque poca fiducia nel prossimo. Difficilmente ci si fida di chi per primo non si fida di sé stesso. L’autostima si riflette dunque anche nel rapporto con gli altri: amicizie, lavoro ed amore.
Per quel che concerne l’amore i danni che può causare una bassa autostima potrebbero essere davvero considerevoli. Chi ha poca stima di sé riversa sul partner tutti i suoi timori e questo inevitabilmente si ripercuote sulla serenità di coppia spesso provocando la rottura.
Chi ha una bassa autostima è generalmente geloso del partner, una gelosia ingiustificata e malsana. Non si sente all’altezza delle amicizie del compagno, si sente inferiore alle sue colleghe e questo provoca malessere e non fa che aumentare il disagio e la poca stima di sé. Insomma la mancanza di autostima è veramente dannosa.
Come migliorare la propria autostima
Ma c’è una buona notizia: l’autostima essendo un qualcosa di soggettivo è “plasmabile”. Si può migliorare. Intanto è bene che chi soffre di bassa autostima prenda coscienza che si tratta di una condizione temporanea che, soprattutto grazie alla volontà, si può modificare.
La sensazione di perdere il controllo delle proprie emozioni, la mancanza di determinazione che limita il raggiungimento degli obiettivi sono tutti sintomi eliminabili.
Se si intende migliorare la propria autostima deve lavorare su alcuni fattori:
1° passo: riconoscere la bassa autostima
innanzitutto occorre rendersi conto tempestivamente quando si ha un calo della propria autostima lo si può fare in diversi modi, uno ad esempio è analizzare i propri pensieri sulla propria persona: sono spesso troppo negativi o troppo critici? Forse si ha a che fare con una bassa autostima.
Si pensano spesso frasi del tipo “non ce la faccio?” “non ci riesco?”, anche questo potrebbe essere sintomo di una bassa autostima.
Si prova spesso invidia verso gli altri? Si pensa che siano più bravi, più belli, più brillanti di noi? Anche questo potrebbe indicare una poca stima di sé.
2° passo: ridimensionare i propri obiettivi
Non significa abbassare il tiro, assolutamente no, ma piuttosto cercare di arrivare all’obiettivo un passo alla volta. Un esempio concreto: tentiamo e ritentiamo di ottenere un posto di lavoro a cui ambiamo da tempo ma ogni volta falliamo e ogni volta attribuiamo la non riuscita alla nostra poca bravura.
Evidentemente stiamo sbagliando qualcosa ma questo non significa né che non meritiamo quel posto né che non lo otterremmo mai. Analizzare il perché dell’insuccesso potrebbe aiutare a rivedere il tutto.
Se ad esempio in quel posto di lavoro occorre una conoscenza ottimale dell’inglese, fare un corso di inglese prima di riprovare potrebbe essere il primo passo, seguito da un restyling del curriculum e seguito ancora da un nuovo colloquio nel quale la lingua inglese sarà il nostro punto di forza. E’ ovvio che se ci presentiamo con un livello scarso di inglese non saremo presi in considerazione.
3° passo: sbagliare è umano, impariamo a perdonarci
Chi non sbaglia mai alzi la mano. Errare è umano, chi non sbaglia mai non è perfetto ma disumano oppure è uno che non fa nulla (chi non fa niente è immune dal fare errori) e a noi i disumani non piacciono.
Impariamo a perdonare i nostri sbagli, prendiamo il bello dell’errore: l’insegnamento. Impariamo dagli errori, miglioriamo grazie ad essi. Quindi non torturiamoci con sensi di colpa ed auto-accuse ma perdoniamoci e impariamo per la prossima volta. Anzi
4° passo: premiamo i nostri successi: gongoliamo
Chi ha poca stima di sé non riconosce le proprie capacità né le proprie qualità. Se, ad esempio, prepara un dolce ottimo, da la cosa per scontata o la sminuisce. Invece occorre gongolare davanti a propri successi.
E’ ovvio: se si fa qualcosa di buono al lavoro non è che si deve fare la hola davanti ai colleghi, ma si può fare la hola “interna” e dopo il lavoro ci si può concedere un piccolo premio: un aperitivo, un abito nuovo, un profumo nuovo.
5° passo: coccolarsi
Prendersi cura di sé è un passo importantissimo: si va dal benessere fisico a quello psichico. L’autostima si migliora soprattutto volendosi bene.
Quindi la parrucchiera, il trucco accurato, un bagno tonificante, un bel vestito, un buon profumo, sono tutti ingredienti fondamentali per aumentare la propria autostima. Ma lo sono anche un buon pranzo, frequentare belle persone, guardare un bel film, leggere un buon libro.
6° passo: coltivare degli interessi
Il sesto passo va a braccetto con il quinto. Curare i propri interessi è indispensabile per aumentare la propria autostima. E chi non ha interessi deve trovarne: in giro c’è pieno di interessi pronti a farsi curare…
7° passo: ascoltare il giudizio degli altri ma non farlo proprio
Ognuno ha il suo metodo di giudizio: se qualcuno ti critica tu ascoltalo ma non fare tuo il suo pensiero. Spesso la gente critica inconsapevolmente, giudica e non pensa a quanto possa danneggiare con il suo pensiero.
Per questo la diplomazia è così importante. Impara a non farti condizionare dal giudizio altrui, impara a fidarti di te stesso.
8° passo: pensare positivo
Lo so è difficile, soprattutto in alcuni periodi ma quanto cavolo fa bene pensare positivo! Dal momento in cui ci si alza in piedi pensare subito a qualcosa di bello che si deve fare durante la giornata è un vero e proprio toccasana. Per questo è consigliabile organizzare colazioni sfiziose, per dare il primo buon motivo per alzarsi dal letto.
E ogni giorno una cosa anche piccola alla quale si possa rivolgere il pensiero per tirarsi su il morale. Può essere la fetta di dolce che ci aspetta nel forno, l’appuntamento con l’amica del cuore per l’aperitivo con chiacchere, la cena dalla mamma, la serata con il partner o la nostra serie televisiva preferita.
9° passo: parlare con sé stessi
Non si tratta del parlare da soli come faccio io, si tratta di rivolgere pensieri verso sé stessi: “dai Rita che ce la facciamo a trovare parcheggio” “dai Rita che ora ti fai una doccia ti trucchi e torni come nuova”, “dai Rita che ora vai in ufficio e fai vedere quanto vali”, sono pensieri che spronano e che di certo aiutano.
10° passo: mangiare bene e dormire a sufficienza
Un aiuto fisiologico molto importante che riguarda la corretta alimentazione ed il giusto riposo. Si perché la poca stima di sé potrebbe derivare anche da un periodo di stanchezza e di debilitazione o da una carenza nutrizionale.
Per questo mangiare in modo sano ed equilibrato e dormire il giusto rappresentano tasselli importantissimi nel complicato e meraviglioso mosaico dell’autostima. Mosaico che dovrai mantenere integro e perfetto come meriti.
Perché ognuno di noi merita, per primo, l’amore di sé stesso, quindi, impara ad amarti di più, d’altronde sei la persona con la quale passerai tutta la vita.
E per concludere, se vuoi approfondire l’argomento dell’autostima, eccoti alcuni libri sull’argomento